Una nuova scoperta scientifica promette di rivoluzionare il trattamento dei rifiuti elettronici. Un gruppo di scienziati in Svizzera è riuscito in ciò che molti ritenevano impossibile: recuperare oro puro a 22 carati dai comuni rifiuti elettronici, senza danneggiare l’ambiente. La scoperta non solo apre nuove porte all’industria del riciclaggio, ma potrebbe anche creare migliaia di posti di lavoro in tutto il mondo.
Una nuova era per l’economia circolare
L’innovativa scoperta è stata fatta da un team di ricercatori dell’ETH Zurich, una delle università più prestigiose d’Europa. Il processo sviluppato consente di estrarre oro da componenti elettronici di scarto utilizzando un metodo sostenibile e non inquinante.
Un team di ricercatori dell’ETH di Zurigo (Svizzera) ha scoperto un processo innovativo che consente di estrarre oro a 22 carati dai componenti elettronici di scarto.
A differenza dei processi tradizionali, che spesso richiedono acidi corrosivi e generano un elevato inquinamento, questa tecnica si basa su spugne di fibrille proteiche, un sottoprodotto dell’industria alimentare in grado di catturare ioni d’oro dalle schede madri e da altri circuiti. Successivamente, attraverso un trattamento termico, si ottiene l’oro sotto forma di pepite di altissima purezza.
Impatto economico e creazione di posti di lavoro
Oltre al valore scientifico, questa innovazione ha un enorme potenziale per il mercato del lavoro. L’applicazione industriale del processo potrebbe:
- Ridurre il volume dei rifiuti elettronici, una delle maggiori fonti di inquinamento globale.
- Diminuire la dipendenza dall’estrazione mineraria tradizionale, soprattutto nei paesi in cui l’estrazione di metalli preziosi comporta alti costi sociali e ambientali.
- Promuovere la creazione di posti di lavoro verdi in settori quali il riciclaggio tecnologico, l’ingegneria ambientale, la chimica applicata e la logistica dei rifiuti.
Trasformare i rifiuti elettronici in oro vero è ora una possibilità reale e sostenibile