Gli archeologi non credono ai propri occhi: ritrovata una sepoltura che riscrive la storia della civiltà etrusca

La prestigiosa rivista ha pubblicato una scoperta che ha lasciato perplessa la comunità scientifica. A Marzabotto, nel nord Italia, un team internazionale ha scoperto una sepoltura nell’antico sito di Kainua. Questa scoperta potrebbe trasformare la conoscenza delle pratiche rituali degli Etruschi, una delle civiltà più misteriose dell’antichità.

La scoperta in Italia che cambia la storia dei sacrifici umani nella civiltà etrusca

Durante gli scavi in quello che era il tempio dedicato a Uni, divinità etrusca legata alla fertilità, gli archeologi hanno trovato i resti di un neonato sepolto accanto a un muro sacro.

Lo scheletro, datato tra il VI e il IV secolo a.C., presentava segni di manipolazione sulle ossa, il che ha portato i ricercatori a ipotizzare un sacrificio umano rituale, una pratica finora menzionata solo da fonti greco-romane.

Prove scientifiche e analisi della sepoltura rituale etrusca a Kainua

Grazie a tecniche avanzate come la tomografia computerizzata e la datazione al radiocarbonio, è stato confermato che il bambino è nato e morto poco dopo il parto. I segni sulle ossa lunghe, compatibili con tagli effettuati perimortem, indicano una scorticatura parziale, anche se non sono evidenti segni di smembramento.

Ciò suggerisce un trattamento ritualizzato del corpo, forse legato a credenze spirituali sul passaggio nell’aldilà.

Accanto al corpo sono stati trovati frammenti di ceramica con iscrizioni dedicate alla dea Vei, ossa di animali e simboli astronomici, tutti elementi rituali che rafforzano l’ipotesi di un rito fondazionale. Anche l’esatta ubicazione della sepoltura (accanto al muro del tempio) avvalora questa interpretazione.

Dibattito storico: sacrificio rituale o morte naturale nella cultura etrusca?

L’esistenza di sacrifici umani nella cultura etrusca è stata a lungo dibattuta. I Greci e i Romani li accusavano di praticare rituali, ma fino ad ora non esistevano prove archeologiche concrete a conferma di ciò.

Sebbene i ricercatori ritengano possibile una morte naturale seguita da una sepoltura sacra, la combinazione di contesto, segni ossei ed elementi rituali suggerisce una cerimonia di consacrazione.

Tuttavia, non essendo state rilevate lesioni mortali dirette, non è possibile affermare con certezza che si sia trattato di un omicidio ritualizzato. Questa ambiguità impone di mantenere un’interpretazione prudente.

Pratiche funerarie e rituali sacrificali nell’antico Mediterraneo

Questo tipo di sepoltura ha precedenti in altre città etrusche come Tarquinia e Orvieto, dove sono stati rinvenuti resti di bambini vicino a strutture sacre.

Esistono anche parallelismi con i rituali greci e romani, che utilizzavano i corpi dei neonati come intermediari simbolici tra il mondo terreno e quello divino. Lo scuoiamento potrebbe rappresentare un rito di rigenerazione, basato sulla visione delle ossa come seme di vita futura.

Limiti dello studio e prospettive future sui sacrifici umani etruschi

Sebbene il ritrovamento sia rivelatore, gli stessi autori mettono in guardia sui limiti dello studio. La mancanza di prove di violenza letale impedisce di confermare un sacrificio intenzionale.

Nuovi scavi e scoperte simili saranno fondamentali per determinare se si tratta di un caso isolato o di una pratica rituale comune tra gli Etruschi.